sabato 27 settembre 2014

REVIEW e INTERPRETAZIONE: Mulholland Drive

Chi non ha finito di vedere il film non inizi a leggere perchè per capirlo bisognerà partire dal finale. 

MULHOLLAND DRIVE (2001)



Diane Selwyn (la ragazza bionda), si trasferisce a Los Angeles da Deep River, per seguire il suo sogno di diventare un'attrice di successo, usando i soldi dell'eredità della zia Ruth per permettersi il 
trasferimento.
Partecipa alle audizioni per il musical "The Sylvia North Story", animata da belle speranze anche grazie ad una gara di ballo vinta in passato (la scena presente prima dei titoli di testa). Non riesce però a fare colpo sul regista,
Il regista Bob.
Bob Brooker, che preferisce un'altra ragazza, Camilla Rhodes (la ragazza mora). E' qui che Diana e Camilla si conoscono e diventano amanti. La carriera di Diane non è però quella sperata e non riesce così a sfondare nel mondo del cinema. Diane ama così tanto Camilla che non riesce a sopportare l'idea che la ragazza si sia innamorata di Adam Kesher, giovane regista di successo, tanto
Camilla e Adam.
che, quando i due, durante una cena alla quale anche Diane viene invitata da Camilla, annunciano il fidanzamento la ragazza ne rimane mortalmente atterrita. Durante la serata, tra l'altro, la situazione è aggravata dalle insistenti e imbarazzanti domande di CoCo, la madre di Adam, sulla sua vita lavorativa, oltre che dal fatto di vedere Camilla in atteggiamenti intimi sia con Adam che con un'altra ragazza. Diana, così, assolda un killer allo Winkie Caffè. Durante questa scena possiamo notare quindi degli importanti elementi che ci renderanno alcuni scene precedenti finalmente chiare.
  1.  Il Winkie Caffè.
  2.  L'assassino (il killer sbadato)
  3.  La fotografia di Camilla che viene mostrata al killer accompagnata dalla frase "E' lei la ragazza."
  4.  La borsa dei soldi
  5.  La chiave blu
  6.  L'uomo vicino al bancone che è colui che vede l'essere mostruoso dietro al caffè.
Diana torna poi a casa e si addormenta e sogna, dando vita così a tutto ilo film il quale infatti è una profondo desiderio di redenzione della stessa, nel quale di mischiano elementi reali a quelli immaginari. 

Quando Camilla viene condotta su Mulholland Drive, possiamo rivedere la stessa scena che vive Diana quando si reca al party, ma quando viene fermata per essere uccisa, la mente di Diana non concepisce l'idea di vedere morire l'amata e quindi provoca un incidente "casuale" nel quale muoiono gli assassini, ma non Camilla.
La scena del sogno prosegue con il racconto dell'uomo dei capelli scuri al Winkie Caffè che si
La mostruosa creatura.
confida con un amico, dicendogli di essere tormentato da un sogno ambientato proprio in quel luogo nel quale rivede sempre lo stesso uomo dietro al locale. I due vanno sul retro per
controllare la veridicità di questa affermazione e trovano la mostruosa creaturaeffettivamente lì, a simboleggiare il fatto che la realtà sia sempre presente nell'inconscio. 
Quando Diane arriva all'aereoporto s'immagina una scena ideale nella quale i genitori sono stavolta rappresentati da
I due genitori che ridono nella macchina.
un'anziana coppia, la quale condivide con la realtà il fatto di ridere alle spalle di Diane, segnale che la ragazza è insicura riguardo al supporto degli stessi genitori. 
Arrivata all'appartamento dove dormirà e accolta da Coco, Diane incontra Camilla e ci fa capire implicitamente attraverso le sue parole che cosa sta succedendo. ("So già cosa stai pensando..." ecc.) 
Nelle scene successive è chiaro come Diane stia iniziando a sognare avvenimenti negativi riguardo alle persone che hanno provocato fallimenti nella sua vita reale, ovvero Bob e Adam. Quest'ultimo ci viene presentato come un uomo al quale viene imposta una ragazza per il ruolo di protagonista di un film che stava apprestandosi a girare, e da qui la sua vita va a rotoli. Bob, invece, è presente al provino della stessa Diane per una parte in un film. La ragazza recita meravigliosamente stupendo per le sue doti d'attrice; in sogno Diane sta cercando di prendersi una personale rivincita del fatto che Bob l'avesse scartata in gioventù, dimostrandogli le sue qualità. 
La buffa scena del killer incaricato di uccidere Camilla serve a spiegare di come ancora una volta la mente di Diane non riesca a concepire l'uccisione della donna amata, poichè l'uomo, non riuscendo a compiere l'omicidio, sta a simboleggiare la volontà di Diane secondo la quale anche nella realtà l'assassino non riesca ad uccidere Camilla. 
Il sogno inizia a sgretolarsi quando le due, dopo essere state proprio a casa di Diane ed aver visto un corpo esanime steso su un letto (cosa che preannuncia il finale del film), hanno un momento di ""intimità"", simboleggianteil desiderio di Diane di volersi unire anche carnalmente alla stessa Camilla. (Elemento reale presente nel sogno). 
Il club 'Silencio'.
Questa scena precede il clou del film, ovvero l'arrivo al club "Silencio". In questo luogo tutto ci viene presentato come una illusione, alludendo alla finzione del sogno stesso, e le due ragazze piangono, prendendo lentamente ed inseorabilmente coscienza di come stanno realmente le cose.
La scatola blu.
Diane scopre di avere in borsa una scatola blu che può essere aperta soltanto dalla chiave in possesso di Camilla, simboleggiante proprio il mondo dei sogni. Tornate a casa, Camilla scompare, lasciando Diane da sola, proprio come nella realtà. Diane apre la scatola con la chiave e la scena si conclude con un tuffo nell'"oscurità" (In parallelo con "Lost Highway") che ci riporta alla realtà. 
L'ultima persona che riusciamo a vedere è la zia Ruth, ancora presente nel sogno anche se morta, poichè è colei che ha fatto (anche se indirettamente) iniziare tutta la vicenda. 
Diane viene svegliata dal cowboy, un uomo che rappresenta una figura di comando e che aveva già fatto incontrare ad Adam, il quale la sveglia, simboleggiando la doverosa presa di coscienza che la fa uscire dal sogno. Notando la chiave blu sul tavolo, Diane si ricorda di tutta la vicenda (si noti il Freudiano "Rimosso"), e nella sua mente visualizza l'immagine dell'uomo oscuro con in mano la scatola blu a simboleggiare la piccolezza della finzione del sogno rispetto alla cruda realtà, nonchè il suo grande fallimento nella vita.
La scena finale.
L'ultima immagine che ci viene proposta èl'apparizione dei genitori di Diane, i quali la spingono all'atto estremo del suicidio. 
Diane muore in una posizione molto simile a quella che aveva Camilla quando, nel sogno, era stata ritrovata dalle due ragazze. 



Commento finale: Lynch, in questo film, vuole raccontarci sicuramente il parallelo tra sogno e realtà, ma anche criticare il mondo platinato di Hollywood, come si può notare da parecchie scene (quella del club Silencio e del party finale) o rappresentato da alcuni personaggi (tra i quali il cowboy e la protagonista stessa). Il film, vincitore della Palma d'Oro del 2001, si destreggia con maestria mescolando momenti che lo spettatore non riesce a discernere tra sogno e realtà nè tantomeno a collegarli tra loro fino alla fine della pellicola (e oltre, visto che ci siamo dovuti pure documentare per capire tutto tutto tutto.) , cosa che tiene incollati gli spettatori allo schermo in cerca di una risposta. Probabilmente mai data. 

Alessia&Nicola.

venerdì 26 settembre 2014

LOST HIGHWAY – RECENSIONE

LOST HIGHWAY – RECENSIONE

Lost Highway - David Lynch

Lost Highway (“strade perdute”) è un capolavoro del genio anticonformista David Keith Lynch, il quale riesce, attraverso scene del tutto incomprensibili per uno spettatore che vede per la prima volta cose del genere ma tanto adorate dagli amanti del simbolismo, ad immergersi nella mente di un omicida afflitto da una crisi di personalità.

Lynch infatti riprende molte teorie di stampo freudiano come la personificazione dell'ego, del super-ego e dell'ES, la teoria del doppio, della rimozione dei traumi dalla mente e l'azione dell'inconscio durante i sogni (o, in questo caso, nelle allucinazioni) integrandole in una storia del tutto surreale, ricca di intrecci e allegorie psicoanalitiche, tutto accompagnato da una colonna sonora fenomenale composta per la maggior parte dai Rammstein e da Marilyn Manson (che appare ad un certo punto del film, alludendo ovviamente al satanismo).
Proprio il tema del doppio, ricreato nel film in modo assolutamente perfetto, è l'elemento principale di tutta la storia.

Fred Madison è un sassofonista che sta vivendo una relazione tesa con sua moglie Renee, quest'ultima sospettata dal marito di adulterio.
Già all'inizio del film si nota come la trama possa essere intricata, con una voce che esclama dal citofono di casa Madison: “Dick Laurent è morto” (cosa che turba molto Fred, che non sa chi sia costui)...
Durante le prime scene appaiono davanti alla porta di casa delle videocassette nelle quali sono registrati attimi in cui uno “sconosciuto” entra nella loro casa e riprende con una telecamera.
I coniugi, preoccupati da ciò, allertano la polizia (i cui individui sono lo stereotipo del poliziotto “fannullone” e superficiale nelle indagini) che non riscontrano nessun indizio sull'accaduto.
La stessa sera Renee porta Fred ad un party a casa di Andy, con cui sembra ovvio che Renee abbia una relazione. Mentre Renee si diverte con Andy, Fred incontra un uomo, identificato poi soltanto come Uomo Misterioso, che dice a Fred di averlo già incontrato in casa sua e lo invita a chiamare casa propria, per dimostrargli che si trova lì nello stesso istante in cui egli gli è di fronte. Nello stesso momento l'Uomo Misterioso scompare. Turbato da ciò Fred e Renee tornano a casa.
La mattina viene trovata una videocassetta che mostra Fred che uccide brutalmente sua moglie; avendo una prova schiacciante dell'omicidio, viene condotto in prigione e condannato alla sedia elettrica.
All'interno del carcere Fred incomincia ad avere forti mal di testa e una mattina all'improvviso si trasforma di Pete Dayton.
Pete Dayton è l'esatto contrario di Fred: bello, giovane, meccanico di professione (“gli piace maneggiare le auto”) e amante delle donne (“vede più figa della tazza del cesso”).
Una volta uscito dal carcere e nonostante abbia già una ragazza, Pete si innamora della bellissima Alice, che ha una relazione con un certo DICK LAURENT (che dopo un po' inizia a sospettare di tradimento la sua “ragazza”).
Alice confida a Pete che è coinvolta in film pornografici, minacciata con le armi da Laurent, così pianificano di andare a casa di Andy (il presunto amante di Renee) e rubare qualcosa per poi venderla a un ricettatore; tuttavia, durante l'incursione, Andy muore ucciso da Pete.
Arrivati successivamente nella casa dove avrebbero incontrato il ricettatore, i due fanno l'amore e proprio all'ultimo secondo Alice sussurra all'uomo: “Non mi avrai mai.”
Proprio in quel momento Pete si ritrasforma in Fred e riappare l'Uomo Misterioso che confessa a Fred che quella donna non era Alice ma bensì Renee.
Il musicista allora si avvia verso l'hotel dove alloggia Dick Laurent con sua moglie, il LOST HIGHWAY hotel, con lo scopo di picchiarlo e successivamente, con l'aiuto dell'Uomo Misterioso, di ucciderlo.
Tornato a casa, Fred esclama al citofono: “Dick Laurent è morto”
Nel finale si vede Fred che scappa dai poliziotti in una strada di notte e all'improvviso viene colpito da forti convulsioni e il suo volto inizia a deformarsi, lasciando il posto ai titoli di coda...

Difficile capire il significato che Lynch accosta ad ogni scena ricca di simbolismo, ma possiamo creare delle linee guida per rendere più semplificata (o meglio, più comprensibile) la visione di questo lungometraggio.
Intanto, riprendendo le teorie freudiane, Pete si può definire come la personificazione dell'ideale di IO per Fred, ovvero colui che vorrebbe essere ma non è (soprattutto in ambito sessuale e amoroso).
Il super-Io si immedesima in Dick Laurent che cerca, attraverso regole da lui dettate, di “rimettere in riga” Pete; tuttavia bisogna dire che Laurent non è mai esistito, ma come l'Uomo Misterioso, agisce nella mente di Fred (ecco perchè ad un certo punto del film l'Uomo Misterioso afferma di essere amico di Laurent).
A proposito dell'Uomo Misterioso, questo prende le parti dell'ES del protagonista, la coscienza violenta e omicida che forse risiede nei meandri della mente di ogni uomo; infatti, quando Fred lo incontra al festino (forse addirittura un festino che lui stesso immagina), l'Uomo afferma che si sono già conosciuti a casa Madison, con la parola Casa che non si riferisce alla dimora ma, secondo il linguaggio della psicanalisi, si traduce con “mente” (l'Uomo Misterioso era quindi nella mente di Fred).

Solo alla fine possiamo capire che buona parte della storia è un'allucinazione di Fred che inizia dai dolori alla testa che ha durante i suoi giorni in carcere; ciò spiega anche perchè Pete non conoscerà mai il reato per cui era in prigione.
La teoria di Freud che afferma che l'inconscio, che agisce durante i sogni, cerca di “camuffare” le persone che appaiono nel sogno stesso, riguarda anche il problema di Renee/Alice: la prima, moglie non soddisfatta di Fred, è passionale (dettaglio che si nota anche dai capelli color rosso) ma non è l'ideale di donna per il sassofonista.
Alice invece è bella, intrigante e trasgressiva (in questo caso i suoi capelli sono biondi) e, come citato precedentemente per la teoria del sogno, ha lo stesso volto di Renee.
Quando Pete e Alice entrano in casa di Andy, l'uomo nota una foto dove sono visibili Andy, Renee, Laurent e Alice ma quando l'Uomo Misterioso rivela che Alice è Renee, la bella bionda scompare dalla foto, avvenimento che denota che tutta la scena è ambientata in un'allucinazione.
Rimangono adesso principalmente due temi da trattare, uno l'ambigua frase che fa iniziare e finire il film “Dick Laurent è morto” e l'altra la questione delle videocassette.
La frase sentita e detta esclusivamente da Fred è solo un sussurro che lo stesso uomo dice a se stesso, essendosi finalmente liberato del super-ego che lo teneva sotto controllo.
Le videocassette che certe volte Fred trovava davanti casa sono nient'altro che i momenti che aveva vissuto durante il suo omicidio; l'uomo ha infatti commesso un fatto che l'ha traumatizzato così tanto da fargli cancellare dalla mente quelle scene macabre (infatti quando i poliziotti gli fanno vedere il video dell'omicidio, lui non ci crede comunque).

Ultima cosa da spiegare: la luce e le convulsioni che affliggono il protagonista alla fine del film, sono create dall'accensione della sedia elettrica che mette fine alle sofferenze e alle allucinazioni dell'uomo.

Strade perdute” è stato un film che ho apprezzato molto perché mette in pratica ogni deduzione freudiana ed è anche “divertente” (se possiamo definirlo così..) cercare di scoprire ogni mistero che celano le scene che compone David Lynch.



Francesco Scialpi

giovedì 25 settembre 2014

Mulholland Drive

I dieci indizi che Lynch ci regala per comprendere al meglio il film


  • Prestate particolare attenzione all'inizio del film: almeno due indizi sono rivelati prima dei titoli di testa.
  • Fate attenzione alle apparizioni della lampada rossa.
  • Riuscite a sentire il titolo del film per cui Adam Kesher sta cercando l'attrice principale? È menzionato di nuovo?
  • Un incidente è un avvenimento terribile... notate il luogo dell'incidente.
  • Chi dà una chiave? E perché?
  • Notate il vestito, il posacenere e la tazza.
  • Cosa si sente e accade al club Silencio?
  • Solo il talento ha aiutato Camilla?
  • Notate le circostanze in cui si vede l'uomo dietro il Winkies.
  • Dov'è la zia Ruth?

REVIEW: "Lost Highway", D. Lynch


“Mi piace ricordare le cose a modo mio. Come le ricordo, non necessariamente nel modo in cui sono avvenute.” 



Fred Madison è un sassofonista di mezza età, marito di una donna alquanto bella, un po' "tetra" ma bella, di nome Renee. La loro relazione non è delle migliori, forse perché lui sospetta che lo tradisca.
Fin qui tutto normale, no?

Fred risponde al citofono e una voce gli dice "Dick Laurant è morto". Renee trova una videocassetta sulla soglia di casa, che mostra la ripresa della facciata. Ne trova poi una seconda, il giorno dopo, e la ripresa è un po' più lunga e mostra non solo il salotto di casa loro, ma anche la coppia che dorme nel loro letto. Provano a chiamare la polizia, ma le due strane figure non risolvono un granché, anzi non risolvono niente e riempiono di domande personali Fred. In serata la moglie lo porta ad una festa di Andy, con il quale sembrerebbe che lei avesse una relazione, ma il protagonista sembra invece attratto da l'Uomo Misterioso (amico di Dick Laurent), con cui ha una strana conversazione: invita Fred a chiamare casa per dimostrargli che si trova anche lì. E lo dimostra.



La mattina dopo un'altra videocassetta fa la sua comparsa e stavolta, in aggiunta alla scena in camera da letto, mostra Fred in camera da letto con Renee piena di sangue tra le braccia. L'uomo viene quindi incarcerato e condannato a morte per omicidio di primo grado (nb: non viene indicato il nome della vittima/e). Una notte Fred ha una crisi e la mattina dopo si è trasformato in Pete Dayton.
Non più così tanto normale.




Ma chi è Pete Dayton? É, semplicemente, il contrario di Fred: bello, giovane, fa il meccanico e quel verme vede più figa della tazza del cesso! 




Naturalmente non si ricorda niente della notte prima del ritrovamento in cella, al contrario dei suoi genitori e di Sheila, la sua fidanzata, che non tarda a tradire con la candida Alice che fa il suo primo ingresso nell'officina dove Pete lavora accompagnata da, nientepopodimenoche, Dick Laurent.

I due amanti continuano la loro relazione e lei gli rivela che è coinvolta in film pornografici per Laurent, quindi progettano di andare a casa di Andy, metterlo fuori gioco, rubare qualcosa e scappare. Ma durante il colpo ci scappa il morto (il povero Andy si ritrova la fronte divisa a metà dallo spigolo del tavolino) quindi i due fuggono e dopo una passionale scena di sesso, che si conclude con Alice che gli sussurra non mi avrai mai, lei si rifugia in una casetta lì vicino.



Pete si alza, ma non è più lui: è di nuovo Fred. Torna l'Uomo Misterioso e gli confessa che quella donna non è Alice, ma Renee. Fred va all'hotel dove Dick e sua moglie si trovano, il Lost Highway, ed appena la donna se ne va, lui entra e picchia Laurent, per poi metterlo nel bagagliaio della macchina e tornare a guidare. Ad un certo punto si ferma ed apre il bagagliaio con l'intenzione di ucciderlo. E lo fa, aiutato dall'Uomo Misterioso che gli passa un coltello con cui gli taglia la gola, ma è lo stesso Uomo che gli da il colpo di grazia con la pistola (ma non era amico di Laurent?).
Fred torna a casa, suona il citofono e al suono di apertura del ricevitore dice "Dick Laurent è morto".
Si allontana poi da casa dando inizio a un inseguimento stradale della polizia, ma ad un certo punto, come preso dalla crisi, inizia ad avere delle convulsioni, il suo volto si deforma e… Titoli di coda.





Non è facile districare questa matassa di fili, ma ci proviamo lo stesso.

Il tema dello sdoppiamento di personalità è certamente uno dei più frequenti e affascinanti tra tutte le materie affrontate da una serie di artisti in campo cinematografico e non. Pensate a tutti coloro che hanno provato a dare una propria interpretazione del fenomeno della personalità multipla. Ricordiamo per esempio Hitchcok  con la pellicola Psycho o il più giovane Darren Aronofsky con Il cigno nero. Entrambi i lungometraggi sopracitati vivono dell’interpretazione degli attori principali che attraverso una serie di eventi conducono lo spettatore in un vero e proprio sogno ad occhi aperti dal quale riesce ad emergere solo con l’arrivo dei titoli di coda. Naturalmente nella maggior parte dei casi la soglia che divide il realistico dal surrealistico è sempre ben marcata . Cosa succederebbe quindi se chiunque si cimentasse nella visione di una data opera non riuscisse a distinguere quello che è reale da quello che non lo è ? Cosa accadrebbe se i titoli di coda non fossero la “ sveglia” della coscienza umana e le nostre più profonde paure riaffiorassero senza alcun tipo d’impedimento ? Mi piace pensare che David Lynch si sia posto questi interrogativi quando ben vent’anni fa dava il via alla stesura di Strade perdute. Da dove iniziare quindi nella trattazione del film se non dai titoli di testa?

La luce prodotta dai fari di un’auto si abbatte sul grigio asfalto intervallato da strisce di color giallo. Lo spettatore è all’interno della vettura e sta viaggiando ad un velocità considerevole quando improvvisamente compaiono i primi nomi sullo schermo, gialli anche questi. Il titolo “Strade perdute” si abbina perfettamente alla claustrofobica guida spericolata.


Possiamo dunque dividere il film in due parti: una prima, con protagonista Fred che si conclude con il risveglio di Pete, una seconda con protagonista Pete. Vi è poi la parte finale in cui Fred che era diventato Pete torna ad essere Fred.

La figura di Fred si erge nell’oscurità senza alcun timore. Improvvisamente il citofono. Un fastidioso eco che si abbatte sulla mente del nostro uomo. Il seguito è una voce: “Dick Laurent è morto”.
Ed proprio da questa frase che la vicenda prende forma.
Badate bene che il termine “forma” è molto più che il primo sinonimo che è riuscito a farsi strada nella mia mente. Più avanti ne capirete l’appropriato uso.
Veniamo dunque a conoscere i nostri protagonisti. Parliamo di una coppia : lei sensuale e fredda , lui timoroso e disturbato.
La vicenda vuole che una serie d’incontri, accompagnati dell’emersione di segreti fino a quel momento tali, portino Fred, questo il nome scelto dal regista per il suo antieroe, a venire condannato alla sedia elettrica per omicidio.

Ed è proprio in quel momento, quando tutto sembra tornare, il diavolo di Lynch inizia a mandare in confusione lo spettatore. Accade infatti che un mattino, nella cella dove dovrebbe trovarsi l’uxoricida vi sia invece Pete Dayton, giovane meccanico non coinvolto in alcun modo nella faccenda e noncurante dell’esistenza di Fred Madison, che quindi viene rilasciato dopo la convocazione dei genitori. Ah quasi dimenticavo, Pete è il meccanico preferito di Mr Eddy, gangster del posto conosciuto anche come Dick Laurent.

Pian piano cominciate ad entrare in confusione e il buon Lynch se la ride sotto i baffi, pensando a tutto quello che succederà dopo. L’intento del film è infatti proprio quello di confondere lo spettatore e, se non dovesse funzionare, ci troveremmo di fronte all’ennesimo thriller americano di pregiata fattura in cui la conclusione della pellicola coincide con la spiegazione dell’intera vicenda. Naturalmente l’intento dell’autore è ben diverso. Esso non vuole che il suo film si concluda con una sollievo generale accompagnato da una mistica pace dei sensi, no. L’obbiettivo è decisamente più sadico. Il sentimento che si prova all’arrivo dei titoli di coda è un misto di rabbia , frustrazione e angoscia. Tutto viene lasciato al caso e l’unica vera interpretazione che il regista ci concede è quella creata da noi stessi. Libertà. La forza dell’interpretazione. L’affascinante magia del cinema. Probabilmente un altro dei suoi innumerevoli tentativi volti a creare smarrimento. Che dire. Ha funzionato alla grande.

Riducendo la trattazione ai minimi termini, l’intero lungometraggio potrebbe essere riassunto in questo modo:
- Fred teme che la moglie lo tradisca
- Fred uccide la moglie 
- Dimentica l’accaduto 
- Viene condannato alla sedie elettrica
Tutto quello che vediamo nel film non è altro che l’ultimo sogno che il protagonista si concede in punto di morte. Ogni personaggio secondario non è reale. Ogni luogo non viene realmente visitato. Ogni evento non è altro che una creazione della psiche di Fred dovuta al passaggio della corrente elettrica nel suo corpo. Questo spiega inoltre i numerosi attacchi presenti nel film e la scena finale.

Se la scena finale rappresentasse la morte di Fred sulla sedia elettrica allora possiamo dedurre che Pete sia una sua immaginazione, la sua mente che crea ciò che lui vorrebbe essere (bello, amato dalle donne, sicuro di sé, forte), ciò che vorrebbe avere (Alice, una donna piena di passione e guidata da una follia quasi morbosa) e ricrea quanto potrebbe essere successo in un altro contesto. Pete infatti non si ricorda come è finito in quella cella e né i suoi genitori né Sheila sembra che abbiano voglia di rivelarglielo, quasi come se fosse la stessa mente a non permettere di ricordare al vero protagonista chi è veramente. Ma quando è che Fred torna veramente in sé? Quando Alice, alla fine, gli sussurra che lei non sarà mai sua, perché appunto lei non esiste, è solo frutto della sua immaginazione ed è la sua stessa mente che glielo rivela.
Ed è questo "ritorno in sé" che porta a chiederci se anche le altre due morti sono vere, poiché entrambe sono compiute da Peter, che ricordiamoci, è solo frutto dell'inconscio di Fred quindi potrebbe essere ciò che Fred voleva realmente far accadere, così come allo stesso tempo potrebbe essere qualcosa che è accaduto realmente.



Se ci pensate, gli unici personaggi che vediamo prima che Fred venga condannato sono: la moglie, Andy e l’uomo misterioso.
La prima come sappiamo non è una proiezione di Fred e ne abbiamo la prova in numerose scene tra cui la condanna per uxoricidio . Il secondo è colui che Fred crede essere l’amante di Renee  che sappiamo essere anche questo un personaggio reale a causa dell’indagine condotta dalla polizia dopo il ritrovamento del cadavere: Andy come sappiamo muore per una caduta e non a causa di Fred, seppure lo vediamo presente durante l’accaduto sotto le sembianze di Pete. Per finire l’uomo misterioso non è altro che la componente omicida di Fred che fa di tutto per far riemergere il ricordo dell’assassinio, seppellito nell’inconscio del protagonista a causa della sua eccessiva malvagità: lo incontriamo per la prima volta alla festa di Andy, ma è come se ci fosse sempre stato. É lui infatti che invia le videocassette a Fred e sono sue le riprese. Questo personaggio sembra essere il Grillo Parlante cattivo della situazione: sussurra all'orecchio e lo porta ad uccidere Laurent, aiutandolo con il coltellino; è in casa sua, ossia nella sua mente. É sempre presente e sembra dirigere la mente del protagonista.




Un altro punto ricorrente è il buio, in cui sia Fred che Peter entrano ed esplorano, come se stessero entrando in una parte più oscura della loro mente (quella che poi porterà Fred ad uccidere la moglie).
Naturalmente non è possibile decifrare tutto, forse proprio per scelta dell'autore, ma noi arriviamo comunque al punto di chiederci "cosa significa il fatto che sia lui stesso a suonare il citofono?". É forse perché la sua immaginazione non comprende soltanto la parte di Pete ma tutta la vicenda? Subito nella scena iniziale infatti, quando Fred risponde al citofono, sembra quasi che ci sia un suono che ricordi il citofono di una prigione quando lui preme il tasto. Forse quindi è un insieme di flashback e immaginazione, un intreccio tra la realtà che lui ha vissuto e ciò che la mente ha cambiato per dimenticare.

Cercando di ricapitolare tutto quello detto in precedenza il film può essere visto sotto diverse chiavi di lettura:
1) L’interpretazione Freudiana della psiche. In tal caso Fred rappresenterebbe l’Ego, Dick Laurent il Superego e l’uomo misterioso L’Es. Il primo non potrebbe ricordare dell’omicidio se il terzo non riuscisse ad eliminare il secondo. Come sappiamo bene tutto questo accade nel film. Infatti:
 - Fred con l’aiuto dell’uomo misterioso uccide Dick Laurent ( è proprio l’uomo misterioso è dare il coltello a Fred e a sparare successivamente due colpi a Mr. Eddy )
 - Eliminato il Superego l’Es può far si che la coscienza ricordi l’accaduto in maniera graduale inviando infatti ben tre videocassette.
 2) Fred in punto di morte immagina la sua vita ideale a causa della forte scossa elettrica
 3) Un uomo subisce uno sdoppiamento di personalità a causa di una serie di preoccupazioni che lo porta ad uccidere la moglie e a rimuovere il ricordo.






You make me hard when I’m all soft inside.
I see the truth when I’m all stupid-eyed.
The arrow goes straight through my heart.
Without you everything just falls apart.







Chiara & Francesco G.







martedì 23 settembre 2014

Feedback: "Strade Perdute"

STRADE PERDUTE - David Lynch

Strade Perdute: uno di quei film che guardi, cerchi di capire, seguire... e poi ad un certo punto ti accorgi che non riuscirai mai a comprendere fino in fondo.

Solitamente, sul finale della maggior parte dei film, ogni conto torna e a tutto viene dato un significato; ecco, Strade Perdute non fa parte di questa categoria di film. Tante sono le scene lasciate in sospeso e gli eventi a cui non si riesce a dare una vera e propria spiegazione.
È un sogno? È realtà? Ogni singolo spettatore dà a ciò che vede un'interpretazione diversa, non potendo così giungere ad una verità comune per tutti.
Il fatto del lasciare molte cose appese ad un filo, potrebbe apparire come un qualcosa di assurdo. A parer mio, invece, così facendo, il regista, anche se in modo insolito, avvicina il suo film alla realtà.
In fondo, se ci pensiamo bene, nessuno sa esattamente cosa sia la realtà e nessuno può dire di conoscerla a pieno. La realtà è quella che ognuno di noi vuole vedere e che vuole far vedere.

Lo stesso Fred non possiede telecamere, perché ritiene che ciò che lui vede, il modo in cui lo vede e lo ricorda siano la verità. La mente umana, però, rielabora continuamente il passato e gli eventi, arrivando fino ad eliminarli del tutto, quando la rimembranza di questi è troppo pesante da sostenere. Fred, ad esempio, non ricorda affatto di aver ucciso la moglie e rimane sconvolto nel guardare il video che lo incastra.

Per quanto mi riguarda, ritengo che l'intero film sia una libera interpretazione dei fatti ricreata dalla mente di Fred durante la sua permanenza in prigione.
La prima parte è una sorta di flashback in cui vediamo il ricordo che ha l'uomo della moglie, quando era ancora in vita. Le videocassette che gli vengono mandate dall'Uomo Misterioso (ovvero la sua coscienza) sono delle "aggiunte" che Fred fa alla sua storia, scene realmente avvenute, ma celate nel suo inconscio e a cui lui stesso non riesce a dare prova di autenticità, nonostante ne sia stato protagonista.
Si ha poi un vero e proprio "cambio di storia": il protagonista diventa Peter, ovvero l'uomo che Fred ha sempre tenuto nascosto in sé stesso e non è mai riuscito a far venire fuori. Peter, inoltre, è anche più giovane di Fred e può essere visto come un suo rammarico di una vita mal vissuta, con poche soddisfazioni, una vita che è condannata a passare le sue ultime ore nella gabbia dei rimpianti.
Un altro uomo compare nel corso della storia: Dick Laurant. Dick è il capo di Peter, un uomo importante e d'affari e, molto probabilmente, amante della moglie di Fred, il quale lo uccide. Il suo personaggio, però, può essere visto anche come il Super Io del protagonista: una volta eliminato, non esistono più regole e buon senso, gli istinti di Fred si scatenano facendogli uccidere sia la moglie, sia un altro amante.

Descrivere per filo e per segno ogni avvenimento, sarebbe il modo migliore per dare una trama singolare a questo film, ma le cose funzionano diversamente.
Ogni spettatore ha la sua visione delle cose, ogni visione delle cose produce un'interpretazione unica e ogni interpretazione unica dà luogo ad una trama differente di volta in volta.

Tutto questo è Strade Perdute, un film che ti fa perdere durante il suo corso, un film al quale non puoi dare una trama lineare, un film per niente scontato.


*Lucia*