LOST
HIGHWAY – RECENSIONE
Lost
Highway - David Lynch
Lost Highway
(“strade perdute”) è un capolavoro del genio anticonformista
David Keith
Lynch, il quale riesce, attraverso scene del tutto incomprensibili
per uno spettatore che vede per la prima volta cose del genere ma
tanto adorate dagli amanti del simbolismo, ad immergersi nella mente
di un omicida afflitto da una crisi di personalità.
Lynch
infatti riprende molte teorie di stampo freudiano come la
personificazione dell'ego, del super-ego e dell'ES, la teoria del
doppio, della rimozione dei traumi dalla mente e l'azione
dell'inconscio durante i sogni (o, in questo caso, nelle
allucinazioni) integrandole in una storia del tutto surreale, ricca
di intrecci e allegorie psicoanalitiche, tutto accompagnato da una
colonna sonora fenomenale composta per la maggior parte dai Rammstein
e da Marilyn Manson (che appare ad un certo punto del film, alludendo
ovviamente al satanismo).
Proprio
il tema del doppio, ricreato nel film in modo assolutamente perfetto,
è l'elemento principale di tutta la storia.
Fred
Madison è un sassofonista che sta vivendo una relazione tesa con sua
moglie Renee, quest'ultima sospettata dal marito di adulterio.
Già
all'inizio del film si nota come la trama possa essere intricata, con
una voce che esclama dal citofono di casa Madison: “Dick Laurent è
morto” (cosa che turba molto Fred, che non sa chi sia costui)...
Durante
le prime scene appaiono davanti alla porta di casa delle
videocassette nelle quali sono registrati attimi in cui uno
“sconosciuto” entra nella loro casa e riprende con una
telecamera.
I
coniugi, preoccupati da ciò, allertano la polizia (i cui individui
sono lo stereotipo del poliziotto “fannullone” e superficiale
nelle indagini) che non riscontrano nessun indizio sull'accaduto.
La
stessa sera Renee porta Fred ad un party a casa di Andy, con cui
sembra ovvio che Renee abbia una relazione. Mentre Renee si diverte
con Andy, Fred incontra un uomo, identificato poi soltanto come Uomo
Misterioso,
che dice a Fred di averlo già incontrato in casa sua e lo invita a
chiamare
casa propria, per dimostrargli che si trova lì nello stesso istante
in cui egli gli è di fronte. Nello stesso momento l'Uomo Misterioso
scompare. Turbato da ciò Fred e Renee tornano a casa.
La
mattina viene trovata una videocassetta che mostra Fred che uccide
brutalmente sua moglie; avendo una prova schiacciante dell'omicidio,
viene condotto in prigione e condannato alla sedia elettrica.
All'interno
del carcere Fred incomincia ad avere forti mal di testa e una mattina
all'improvviso si trasforma di Pete Dayton.
Pete
Dayton è l'esatto contrario di Fred: bello, giovane, meccanico di
professione (“gli piace maneggiare le auto”) e amante delle donne
(“vede più figa della tazza del cesso”).
Una
volta uscito dal carcere e nonostante abbia già una ragazza, Pete si
innamora della bellissima Alice, che ha una relazione con un certo
DICK LAURENT (che dopo un po' inizia a sospettare di tradimento la
sua “ragazza”).
Alice
confida a Pete che è coinvolta in film pornografici, minacciata con
le armi da Laurent, così pianificano di andare a casa di Andy (il
presunto amante di Renee) e rubare qualcosa per poi venderla a un
ricettatore; tuttavia, durante l'incursione, Andy muore ucciso da
Pete.
Arrivati
successivamente nella casa dove avrebbero incontrato il ricettatore,
i due fanno l'amore e proprio all'ultimo secondo Alice sussurra
all'uomo: “Non mi avrai mai.”
Proprio
in quel momento Pete si ritrasforma in Fred e riappare l'Uomo
Misterioso che confessa a Fred che quella donna non era Alice ma
bensì Renee.
Il
musicista allora si avvia verso l'hotel dove alloggia Dick Laurent
con sua moglie, il LOST HIGHWAY hotel, con lo scopo di picchiarlo e
successivamente, con l'aiuto dell'Uomo Misterioso, di ucciderlo.
Tornato
a casa, Fred esclama al citofono: “Dick Laurent è morto”
Nel
finale si vede Fred che scappa dai poliziotti in una strada di notte
e all'improvviso viene colpito da forti convulsioni e il suo volto
inizia a deformarsi, lasciando il posto ai titoli di coda...
Difficile
capire il significato che Lynch accosta ad ogni scena ricca di
simbolismo, ma possiamo creare delle linee guida per rendere più
semplificata (o meglio, più comprensibile) la visione di questo
lungometraggio.
Intanto,
riprendendo le teorie freudiane, Pete si può definire come la
personificazione dell'ideale di IO per Fred, ovvero colui che
vorrebbe essere ma non è (soprattutto in ambito sessuale e amoroso).
Il
super-Io si immedesima in Dick Laurent che cerca, attraverso regole
da lui dettate, di “rimettere in riga” Pete; tuttavia bisogna
dire che Laurent non è mai esistito, ma come l'Uomo Misterioso,
agisce nella mente di Fred (ecco perchè ad un certo punto del film
l'Uomo Misterioso afferma di essere amico di Laurent).
A
proposito dell'Uomo Misterioso, questo prende le parti dell'ES del
protagonista, la coscienza violenta e omicida che forse risiede nei
meandri della mente di ogni uomo; infatti, quando Fred lo incontra al
festino (forse addirittura un festino che lui stesso immagina),
l'Uomo afferma che si sono già conosciuti a casa Madison, con la
parola Casa che non si riferisce alla dimora ma, secondo il
linguaggio della psicanalisi, si traduce con “mente” (l'Uomo
Misterioso era quindi nella mente di Fred).
Solo
alla fine possiamo capire che buona parte della storia è
un'allucinazione di Fred che inizia dai dolori alla testa che ha
durante i suoi giorni in carcere; ciò spiega anche perchè Pete non
conoscerà mai il reato per cui era in prigione.
La
teoria di Freud che afferma che l'inconscio, che agisce durante i
sogni, cerca di “camuffare” le persone che appaiono nel sogno
stesso, riguarda anche il problema di Renee/Alice: la prima, moglie
non soddisfatta di Fred, è passionale (dettaglio che si nota anche
dai capelli color rosso) ma non è l'ideale di donna per il
sassofonista.
Alice
invece è bella, intrigante e trasgressiva (in questo caso i suoi
capelli sono biondi) e, come citato precedentemente per la teoria del
sogno, ha lo stesso volto di Renee.
Quando
Pete e Alice entrano in casa di Andy, l'uomo nota una foto dove sono
visibili Andy, Renee, Laurent e Alice ma quando l'Uomo Misterioso
rivela che Alice è Renee, la bella bionda scompare dalla foto,
avvenimento che denota che tutta la scena è ambientata in
un'allucinazione.
Rimangono
adesso principalmente due temi da trattare, uno l'ambigua frase che
fa iniziare e finire il film “Dick Laurent è morto” e l'altra la
questione delle videocassette.
La
frase sentita e detta esclusivamente da Fred è solo un sussurro che
lo stesso uomo dice a se stesso, essendosi finalmente liberato del
super-ego che lo teneva sotto controllo.
Le
videocassette che certe volte Fred trovava davanti casa sono
nient'altro che i momenti che aveva vissuto durante il suo omicidio;
l'uomo ha infatti commesso un fatto che l'ha traumatizzato così
tanto da fargli cancellare dalla mente quelle scene macabre (infatti
quando i poliziotti gli fanno vedere il video dell'omicidio, lui non
ci crede comunque).
Ultima
cosa da spiegare: la luce e le convulsioni che affliggono il
protagonista alla fine del film, sono create dall'accensione della
sedia elettrica che mette fine alle sofferenze e alle allucinazioni
dell'uomo.
“Strade
perdute” è stato un film che ho apprezzato molto perché mette in
pratica ogni deduzione freudiana ed è anche “divertente” (se
possiamo definirlo così..) cercare di scoprire ogni mistero che
celano le scene che compone David Lynch.
Francesco
Scialpi
Ottimo, veramente ottimo!!!!
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