venerdì 26 settembre 2014

LOST HIGHWAY – RECENSIONE

LOST HIGHWAY – RECENSIONE

Lost Highway - David Lynch

Lost Highway (“strade perdute”) è un capolavoro del genio anticonformista David Keith Lynch, il quale riesce, attraverso scene del tutto incomprensibili per uno spettatore che vede per la prima volta cose del genere ma tanto adorate dagli amanti del simbolismo, ad immergersi nella mente di un omicida afflitto da una crisi di personalità.

Lynch infatti riprende molte teorie di stampo freudiano come la personificazione dell'ego, del super-ego e dell'ES, la teoria del doppio, della rimozione dei traumi dalla mente e l'azione dell'inconscio durante i sogni (o, in questo caso, nelle allucinazioni) integrandole in una storia del tutto surreale, ricca di intrecci e allegorie psicoanalitiche, tutto accompagnato da una colonna sonora fenomenale composta per la maggior parte dai Rammstein e da Marilyn Manson (che appare ad un certo punto del film, alludendo ovviamente al satanismo).
Proprio il tema del doppio, ricreato nel film in modo assolutamente perfetto, è l'elemento principale di tutta la storia.

Fred Madison è un sassofonista che sta vivendo una relazione tesa con sua moglie Renee, quest'ultima sospettata dal marito di adulterio.
Già all'inizio del film si nota come la trama possa essere intricata, con una voce che esclama dal citofono di casa Madison: “Dick Laurent è morto” (cosa che turba molto Fred, che non sa chi sia costui)...
Durante le prime scene appaiono davanti alla porta di casa delle videocassette nelle quali sono registrati attimi in cui uno “sconosciuto” entra nella loro casa e riprende con una telecamera.
I coniugi, preoccupati da ciò, allertano la polizia (i cui individui sono lo stereotipo del poliziotto “fannullone” e superficiale nelle indagini) che non riscontrano nessun indizio sull'accaduto.
La stessa sera Renee porta Fred ad un party a casa di Andy, con cui sembra ovvio che Renee abbia una relazione. Mentre Renee si diverte con Andy, Fred incontra un uomo, identificato poi soltanto come Uomo Misterioso, che dice a Fred di averlo già incontrato in casa sua e lo invita a chiamare casa propria, per dimostrargli che si trova lì nello stesso istante in cui egli gli è di fronte. Nello stesso momento l'Uomo Misterioso scompare. Turbato da ciò Fred e Renee tornano a casa.
La mattina viene trovata una videocassetta che mostra Fred che uccide brutalmente sua moglie; avendo una prova schiacciante dell'omicidio, viene condotto in prigione e condannato alla sedia elettrica.
All'interno del carcere Fred incomincia ad avere forti mal di testa e una mattina all'improvviso si trasforma di Pete Dayton.
Pete Dayton è l'esatto contrario di Fred: bello, giovane, meccanico di professione (“gli piace maneggiare le auto”) e amante delle donne (“vede più figa della tazza del cesso”).
Una volta uscito dal carcere e nonostante abbia già una ragazza, Pete si innamora della bellissima Alice, che ha una relazione con un certo DICK LAURENT (che dopo un po' inizia a sospettare di tradimento la sua “ragazza”).
Alice confida a Pete che è coinvolta in film pornografici, minacciata con le armi da Laurent, così pianificano di andare a casa di Andy (il presunto amante di Renee) e rubare qualcosa per poi venderla a un ricettatore; tuttavia, durante l'incursione, Andy muore ucciso da Pete.
Arrivati successivamente nella casa dove avrebbero incontrato il ricettatore, i due fanno l'amore e proprio all'ultimo secondo Alice sussurra all'uomo: “Non mi avrai mai.”
Proprio in quel momento Pete si ritrasforma in Fred e riappare l'Uomo Misterioso che confessa a Fred che quella donna non era Alice ma bensì Renee.
Il musicista allora si avvia verso l'hotel dove alloggia Dick Laurent con sua moglie, il LOST HIGHWAY hotel, con lo scopo di picchiarlo e successivamente, con l'aiuto dell'Uomo Misterioso, di ucciderlo.
Tornato a casa, Fred esclama al citofono: “Dick Laurent è morto”
Nel finale si vede Fred che scappa dai poliziotti in una strada di notte e all'improvviso viene colpito da forti convulsioni e il suo volto inizia a deformarsi, lasciando il posto ai titoli di coda...

Difficile capire il significato che Lynch accosta ad ogni scena ricca di simbolismo, ma possiamo creare delle linee guida per rendere più semplificata (o meglio, più comprensibile) la visione di questo lungometraggio.
Intanto, riprendendo le teorie freudiane, Pete si può definire come la personificazione dell'ideale di IO per Fred, ovvero colui che vorrebbe essere ma non è (soprattutto in ambito sessuale e amoroso).
Il super-Io si immedesima in Dick Laurent che cerca, attraverso regole da lui dettate, di “rimettere in riga” Pete; tuttavia bisogna dire che Laurent non è mai esistito, ma come l'Uomo Misterioso, agisce nella mente di Fred (ecco perchè ad un certo punto del film l'Uomo Misterioso afferma di essere amico di Laurent).
A proposito dell'Uomo Misterioso, questo prende le parti dell'ES del protagonista, la coscienza violenta e omicida che forse risiede nei meandri della mente di ogni uomo; infatti, quando Fred lo incontra al festino (forse addirittura un festino che lui stesso immagina), l'Uomo afferma che si sono già conosciuti a casa Madison, con la parola Casa che non si riferisce alla dimora ma, secondo il linguaggio della psicanalisi, si traduce con “mente” (l'Uomo Misterioso era quindi nella mente di Fred).

Solo alla fine possiamo capire che buona parte della storia è un'allucinazione di Fred che inizia dai dolori alla testa che ha durante i suoi giorni in carcere; ciò spiega anche perchè Pete non conoscerà mai il reato per cui era in prigione.
La teoria di Freud che afferma che l'inconscio, che agisce durante i sogni, cerca di “camuffare” le persone che appaiono nel sogno stesso, riguarda anche il problema di Renee/Alice: la prima, moglie non soddisfatta di Fred, è passionale (dettaglio che si nota anche dai capelli color rosso) ma non è l'ideale di donna per il sassofonista.
Alice invece è bella, intrigante e trasgressiva (in questo caso i suoi capelli sono biondi) e, come citato precedentemente per la teoria del sogno, ha lo stesso volto di Renee.
Quando Pete e Alice entrano in casa di Andy, l'uomo nota una foto dove sono visibili Andy, Renee, Laurent e Alice ma quando l'Uomo Misterioso rivela che Alice è Renee, la bella bionda scompare dalla foto, avvenimento che denota che tutta la scena è ambientata in un'allucinazione.
Rimangono adesso principalmente due temi da trattare, uno l'ambigua frase che fa iniziare e finire il film “Dick Laurent è morto” e l'altra la questione delle videocassette.
La frase sentita e detta esclusivamente da Fred è solo un sussurro che lo stesso uomo dice a se stesso, essendosi finalmente liberato del super-ego che lo teneva sotto controllo.
Le videocassette che certe volte Fred trovava davanti casa sono nient'altro che i momenti che aveva vissuto durante il suo omicidio; l'uomo ha infatti commesso un fatto che l'ha traumatizzato così tanto da fargli cancellare dalla mente quelle scene macabre (infatti quando i poliziotti gli fanno vedere il video dell'omicidio, lui non ci crede comunque).

Ultima cosa da spiegare: la luce e le convulsioni che affliggono il protagonista alla fine del film, sono create dall'accensione della sedia elettrica che mette fine alle sofferenze e alle allucinazioni dell'uomo.

Strade perdute” è stato un film che ho apprezzato molto perché mette in pratica ogni deduzione freudiana ed è anche “divertente” (se possiamo definirlo così..) cercare di scoprire ogni mistero che celano le scene che compone David Lynch.



Francesco Scialpi

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