giovedì 25 settembre 2014

REVIEW: "Lost Highway", D. Lynch


“Mi piace ricordare le cose a modo mio. Come le ricordo, non necessariamente nel modo in cui sono avvenute.” 



Fred Madison è un sassofonista di mezza età, marito di una donna alquanto bella, un po' "tetra" ma bella, di nome Renee. La loro relazione non è delle migliori, forse perché lui sospetta che lo tradisca.
Fin qui tutto normale, no?

Fred risponde al citofono e una voce gli dice "Dick Laurant è morto". Renee trova una videocassetta sulla soglia di casa, che mostra la ripresa della facciata. Ne trova poi una seconda, il giorno dopo, e la ripresa è un po' più lunga e mostra non solo il salotto di casa loro, ma anche la coppia che dorme nel loro letto. Provano a chiamare la polizia, ma le due strane figure non risolvono un granché, anzi non risolvono niente e riempiono di domande personali Fred. In serata la moglie lo porta ad una festa di Andy, con il quale sembrerebbe che lei avesse una relazione, ma il protagonista sembra invece attratto da l'Uomo Misterioso (amico di Dick Laurent), con cui ha una strana conversazione: invita Fred a chiamare casa per dimostrargli che si trova anche lì. E lo dimostra.



La mattina dopo un'altra videocassetta fa la sua comparsa e stavolta, in aggiunta alla scena in camera da letto, mostra Fred in camera da letto con Renee piena di sangue tra le braccia. L'uomo viene quindi incarcerato e condannato a morte per omicidio di primo grado (nb: non viene indicato il nome della vittima/e). Una notte Fred ha una crisi e la mattina dopo si è trasformato in Pete Dayton.
Non più così tanto normale.




Ma chi è Pete Dayton? É, semplicemente, il contrario di Fred: bello, giovane, fa il meccanico e quel verme vede più figa della tazza del cesso! 




Naturalmente non si ricorda niente della notte prima del ritrovamento in cella, al contrario dei suoi genitori e di Sheila, la sua fidanzata, che non tarda a tradire con la candida Alice che fa il suo primo ingresso nell'officina dove Pete lavora accompagnata da, nientepopodimenoche, Dick Laurent.

I due amanti continuano la loro relazione e lei gli rivela che è coinvolta in film pornografici per Laurent, quindi progettano di andare a casa di Andy, metterlo fuori gioco, rubare qualcosa e scappare. Ma durante il colpo ci scappa il morto (il povero Andy si ritrova la fronte divisa a metà dallo spigolo del tavolino) quindi i due fuggono e dopo una passionale scena di sesso, che si conclude con Alice che gli sussurra non mi avrai mai, lei si rifugia in una casetta lì vicino.



Pete si alza, ma non è più lui: è di nuovo Fred. Torna l'Uomo Misterioso e gli confessa che quella donna non è Alice, ma Renee. Fred va all'hotel dove Dick e sua moglie si trovano, il Lost Highway, ed appena la donna se ne va, lui entra e picchia Laurent, per poi metterlo nel bagagliaio della macchina e tornare a guidare. Ad un certo punto si ferma ed apre il bagagliaio con l'intenzione di ucciderlo. E lo fa, aiutato dall'Uomo Misterioso che gli passa un coltello con cui gli taglia la gola, ma è lo stesso Uomo che gli da il colpo di grazia con la pistola (ma non era amico di Laurent?).
Fred torna a casa, suona il citofono e al suono di apertura del ricevitore dice "Dick Laurent è morto".
Si allontana poi da casa dando inizio a un inseguimento stradale della polizia, ma ad un certo punto, come preso dalla crisi, inizia ad avere delle convulsioni, il suo volto si deforma e… Titoli di coda.





Non è facile districare questa matassa di fili, ma ci proviamo lo stesso.

Il tema dello sdoppiamento di personalità è certamente uno dei più frequenti e affascinanti tra tutte le materie affrontate da una serie di artisti in campo cinematografico e non. Pensate a tutti coloro che hanno provato a dare una propria interpretazione del fenomeno della personalità multipla. Ricordiamo per esempio Hitchcok  con la pellicola Psycho o il più giovane Darren Aronofsky con Il cigno nero. Entrambi i lungometraggi sopracitati vivono dell’interpretazione degli attori principali che attraverso una serie di eventi conducono lo spettatore in un vero e proprio sogno ad occhi aperti dal quale riesce ad emergere solo con l’arrivo dei titoli di coda. Naturalmente nella maggior parte dei casi la soglia che divide il realistico dal surrealistico è sempre ben marcata . Cosa succederebbe quindi se chiunque si cimentasse nella visione di una data opera non riuscisse a distinguere quello che è reale da quello che non lo è ? Cosa accadrebbe se i titoli di coda non fossero la “ sveglia” della coscienza umana e le nostre più profonde paure riaffiorassero senza alcun tipo d’impedimento ? Mi piace pensare che David Lynch si sia posto questi interrogativi quando ben vent’anni fa dava il via alla stesura di Strade perdute. Da dove iniziare quindi nella trattazione del film se non dai titoli di testa?

La luce prodotta dai fari di un’auto si abbatte sul grigio asfalto intervallato da strisce di color giallo. Lo spettatore è all’interno della vettura e sta viaggiando ad un velocità considerevole quando improvvisamente compaiono i primi nomi sullo schermo, gialli anche questi. Il titolo “Strade perdute” si abbina perfettamente alla claustrofobica guida spericolata.


Possiamo dunque dividere il film in due parti: una prima, con protagonista Fred che si conclude con il risveglio di Pete, una seconda con protagonista Pete. Vi è poi la parte finale in cui Fred che era diventato Pete torna ad essere Fred.

La figura di Fred si erge nell’oscurità senza alcun timore. Improvvisamente il citofono. Un fastidioso eco che si abbatte sulla mente del nostro uomo. Il seguito è una voce: “Dick Laurent è morto”.
Ed proprio da questa frase che la vicenda prende forma.
Badate bene che il termine “forma” è molto più che il primo sinonimo che è riuscito a farsi strada nella mia mente. Più avanti ne capirete l’appropriato uso.
Veniamo dunque a conoscere i nostri protagonisti. Parliamo di una coppia : lei sensuale e fredda , lui timoroso e disturbato.
La vicenda vuole che una serie d’incontri, accompagnati dell’emersione di segreti fino a quel momento tali, portino Fred, questo il nome scelto dal regista per il suo antieroe, a venire condannato alla sedia elettrica per omicidio.

Ed è proprio in quel momento, quando tutto sembra tornare, il diavolo di Lynch inizia a mandare in confusione lo spettatore. Accade infatti che un mattino, nella cella dove dovrebbe trovarsi l’uxoricida vi sia invece Pete Dayton, giovane meccanico non coinvolto in alcun modo nella faccenda e noncurante dell’esistenza di Fred Madison, che quindi viene rilasciato dopo la convocazione dei genitori. Ah quasi dimenticavo, Pete è il meccanico preferito di Mr Eddy, gangster del posto conosciuto anche come Dick Laurent.

Pian piano cominciate ad entrare in confusione e il buon Lynch se la ride sotto i baffi, pensando a tutto quello che succederà dopo. L’intento del film è infatti proprio quello di confondere lo spettatore e, se non dovesse funzionare, ci troveremmo di fronte all’ennesimo thriller americano di pregiata fattura in cui la conclusione della pellicola coincide con la spiegazione dell’intera vicenda. Naturalmente l’intento dell’autore è ben diverso. Esso non vuole che il suo film si concluda con una sollievo generale accompagnato da una mistica pace dei sensi, no. L’obbiettivo è decisamente più sadico. Il sentimento che si prova all’arrivo dei titoli di coda è un misto di rabbia , frustrazione e angoscia. Tutto viene lasciato al caso e l’unica vera interpretazione che il regista ci concede è quella creata da noi stessi. Libertà. La forza dell’interpretazione. L’affascinante magia del cinema. Probabilmente un altro dei suoi innumerevoli tentativi volti a creare smarrimento. Che dire. Ha funzionato alla grande.

Riducendo la trattazione ai minimi termini, l’intero lungometraggio potrebbe essere riassunto in questo modo:
- Fred teme che la moglie lo tradisca
- Fred uccide la moglie 
- Dimentica l’accaduto 
- Viene condannato alla sedie elettrica
Tutto quello che vediamo nel film non è altro che l’ultimo sogno che il protagonista si concede in punto di morte. Ogni personaggio secondario non è reale. Ogni luogo non viene realmente visitato. Ogni evento non è altro che una creazione della psiche di Fred dovuta al passaggio della corrente elettrica nel suo corpo. Questo spiega inoltre i numerosi attacchi presenti nel film e la scena finale.

Se la scena finale rappresentasse la morte di Fred sulla sedia elettrica allora possiamo dedurre che Pete sia una sua immaginazione, la sua mente che crea ciò che lui vorrebbe essere (bello, amato dalle donne, sicuro di sé, forte), ciò che vorrebbe avere (Alice, una donna piena di passione e guidata da una follia quasi morbosa) e ricrea quanto potrebbe essere successo in un altro contesto. Pete infatti non si ricorda come è finito in quella cella e né i suoi genitori né Sheila sembra che abbiano voglia di rivelarglielo, quasi come se fosse la stessa mente a non permettere di ricordare al vero protagonista chi è veramente. Ma quando è che Fred torna veramente in sé? Quando Alice, alla fine, gli sussurra che lei non sarà mai sua, perché appunto lei non esiste, è solo frutto della sua immaginazione ed è la sua stessa mente che glielo rivela.
Ed è questo "ritorno in sé" che porta a chiederci se anche le altre due morti sono vere, poiché entrambe sono compiute da Peter, che ricordiamoci, è solo frutto dell'inconscio di Fred quindi potrebbe essere ciò che Fred voleva realmente far accadere, così come allo stesso tempo potrebbe essere qualcosa che è accaduto realmente.



Se ci pensate, gli unici personaggi che vediamo prima che Fred venga condannato sono: la moglie, Andy e l’uomo misterioso.
La prima come sappiamo non è una proiezione di Fred e ne abbiamo la prova in numerose scene tra cui la condanna per uxoricidio . Il secondo è colui che Fred crede essere l’amante di Renee  che sappiamo essere anche questo un personaggio reale a causa dell’indagine condotta dalla polizia dopo il ritrovamento del cadavere: Andy come sappiamo muore per una caduta e non a causa di Fred, seppure lo vediamo presente durante l’accaduto sotto le sembianze di Pete. Per finire l’uomo misterioso non è altro che la componente omicida di Fred che fa di tutto per far riemergere il ricordo dell’assassinio, seppellito nell’inconscio del protagonista a causa della sua eccessiva malvagità: lo incontriamo per la prima volta alla festa di Andy, ma è come se ci fosse sempre stato. É lui infatti che invia le videocassette a Fred e sono sue le riprese. Questo personaggio sembra essere il Grillo Parlante cattivo della situazione: sussurra all'orecchio e lo porta ad uccidere Laurent, aiutandolo con il coltellino; è in casa sua, ossia nella sua mente. É sempre presente e sembra dirigere la mente del protagonista.




Un altro punto ricorrente è il buio, in cui sia Fred che Peter entrano ed esplorano, come se stessero entrando in una parte più oscura della loro mente (quella che poi porterà Fred ad uccidere la moglie).
Naturalmente non è possibile decifrare tutto, forse proprio per scelta dell'autore, ma noi arriviamo comunque al punto di chiederci "cosa significa il fatto che sia lui stesso a suonare il citofono?". É forse perché la sua immaginazione non comprende soltanto la parte di Pete ma tutta la vicenda? Subito nella scena iniziale infatti, quando Fred risponde al citofono, sembra quasi che ci sia un suono che ricordi il citofono di una prigione quando lui preme il tasto. Forse quindi è un insieme di flashback e immaginazione, un intreccio tra la realtà che lui ha vissuto e ciò che la mente ha cambiato per dimenticare.

Cercando di ricapitolare tutto quello detto in precedenza il film può essere visto sotto diverse chiavi di lettura:
1) L’interpretazione Freudiana della psiche. In tal caso Fred rappresenterebbe l’Ego, Dick Laurent il Superego e l’uomo misterioso L’Es. Il primo non potrebbe ricordare dell’omicidio se il terzo non riuscisse ad eliminare il secondo. Come sappiamo bene tutto questo accade nel film. Infatti:
 - Fred con l’aiuto dell’uomo misterioso uccide Dick Laurent ( è proprio l’uomo misterioso è dare il coltello a Fred e a sparare successivamente due colpi a Mr. Eddy )
 - Eliminato il Superego l’Es può far si che la coscienza ricordi l’accaduto in maniera graduale inviando infatti ben tre videocassette.
 2) Fred in punto di morte immagina la sua vita ideale a causa della forte scossa elettrica
 3) Un uomo subisce uno sdoppiamento di personalità a causa di una serie di preoccupazioni che lo porta ad uccidere la moglie e a rimuovere il ricordo.






You make me hard when I’m all soft inside.
I see the truth when I’m all stupid-eyed.
The arrow goes straight through my heart.
Without you everything just falls apart.







Chiara & Francesco G.







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